martedì 23 agosto 2016

Il momento giusto

Ora che i raggi del sole penetrano l'orizzonte
come ferri arroventati nella forgia
e sembra di sentire lo sfrigolio dell'acqua
attorno al ferro incandescente
ora è il momento giusto.

Tramonto di fine luglio
sul mare che acceca di riflessi
che più grande appare
visto da questo balcone
che risponde altero e sornione
ai singulti di vento
e alla furia degli elementi
che si regge su mattoni di storia
e pilastri di rigurgiti di lava raggrumata.

Ora è il momento giusto
di dire a chi ha inventato la vita
che è stato un grave errore
creare anche la morte.

Forse non aveva previsto la calma di mare
che accarezza gli scogli rivestiti di alghe
che abbraccia come culla la battigia
e l'odore di salsedine che solletica le nari
la carezza del vento sulle gote arrossate
come tocco di donna sul volto stanco
di vicoli chiusi che non si aprono
della fatica di vivere e delle paure nascoste
dietro un sorriso di pudore
chi ha inventato la morte.

Or tanto duole sapere
che ad un segnale convenuto il tempo
accecherà i panorami di monti
alti che toccano il cielo
e imbellettati alle cime
di candori di zucchero filato
ed i mari di spighe mature
che il vento smuove e culla
con promessa di vita e di futuro
i sorrisi delle donne
e delle donne i sospiri d' amore
i tramonti che si fanno poesia a volte
che invece di versi snocciolano colori.

Chi ha inventato la vita era altro
da chi ha invento la morte?


Inedito, sono riservati tutti i diritti secondo le norme vigenti
in materia di diritti di autore.


domenica 14 agosto 2016

A C I T R E Z Z A

Invidio i poeti che sanno tessere versi
e comporre inni traendo dalla memoria
immagini di Ciclopi e Veneri
sorte da cristalline acque
adagiate su spiagge di sogno
cancellando dal panorama
come da un ritratto mal riuscito
immagini di ciminiere e muri di cemento
dove un  tempo alberi svettavano
sui colli vicini e sui monti.

Ruscelli garruli correvano
tra pietre dal caso sconnesse.

Di te mi rimane
nella memoria e negli occhi
lo sguardo di donna
annegato nell'ampio mare
in angosciosa attesa di ritorni
stretta in uno scialle
nero come la notte
inutile sfida al vento di tempesta.


Tu vivi nel passato come un vecchio
carico d'anni e di rimpianti
e non ti accorgi che ora è la vita
ed invano attendi altri dei altre età
suonando vecchie melodie
su pianoforti scordati.

Poesia tratta da " All'alba tra fiori di papavero"
Edizioni Akkuaria Catania

mercoledì 3 agosto 2016

archivio e pensamenti: I NEMICI DEI SICILIANI

archivio e pensamenti: I NEMICI DEI SICILIANI: Agli inizi del Novecento, Lady Hamilton, illustrando la Sicilia e descrivendo i siciliani agli inglesi per incuriosirli e ...