venerdì 30 maggio 2014

IL GIOCO NELLA SERA

       Presi dal gioco, non ci accorgevamo che la sera, culla di misteri e di speranze e lievito
 al grigiore della vita, che a volte inventa sogni ad occhi aperti,avanzava e si faceva
 cielo stellato immerso in un blu intenso carezzato appena dal timido chiarore di luna.
      Rompendo, di tanto in tanto il silenzio, che fitto era come il buio della notte, inventavamo
 possibili domani,facevamo castelli di sabbia fragili, che la prima onda più lunga appena delle altre, distruggeva d'un colpo.
      Restava nella mente e nei profondi sospiri, che a volte erano pianti, solo il pensiero di
 fughe che annegava nel silenzio.




Da  "Poesie di volti e memorie di calogero restivo
Prova d'autore Editore Catania


     

venerdì 23 maggio 2014

Un saluto ad un amico che se ne va di Antonio Abate

Caro Luigino, te ne sei andato. Il cancro l'ha avuta vinta. La vita,  e tutto ciò che nel bene e nel male la comprende, va accettata. Il mio ricordo va a quando ti ho conosciuto:mi hai colpito subito, a prima vista: giacca lunga, camicia abbottonata asimmetricamente,capelli un pò arruffati e l'immancabile, manco a dirlo, sigaretta accesa, sempre.
Ho pensato subito ad un personaggio de "I Malavoglia" non uno specifico ma un personaggio uscito dalla penna e dalla di Giovanni Verga: sguardo da intellettuale del sud, ma una persona buona, non altera, leale e corretta come sono tutti i Siciliani.
Subito siamo diventati amici: " Antonio mi offri una sigaretta?" "Io ti offro il caffè".La sigaretta ed il caffè, due dei tuoi grandi amori, due elementi ma assurgono a simboli e quasi ti rappresentano.
penso che il Mondo capito e che non ti abbia apprezzato per quello che veramente eri, che non abbia compreso le tue problematiche, che non abbia potuto vedere in fondo al tuo cuore veramente grande.
Oggi, nella giornata del saluto terreno al tuo corpo, posso solo augurarti, nella vita futura ed ultraterrena, di essere felice e di trovare l'amore che meriti e che non hai avuto nella vita terrena.
I tuoi colleghi, parlo anche a nome loro, ti ricorderanno sempre, ricorderanno una persona buona, umile, leale.
Caro Luigi, nostro maestro di vita, esempio per tutti noi, fai buon viaggio e se sarai felice lassù, mandaci una cartolina e visto che eri un poco smemorato ( lo sei ancora?) ricordati che devi mettere
il francobollo, altrimenti va al macero....
 BUON  VIAGGIO   LUIGI.


mercoledì 7 maggio 2014

Canti di sirene

Rauche le voci di canti
e stanche di inesitati languidi richiami
stanno lungo le rive
bagnate da spruzzi di tramontana
che gonfia le onde
le sirene del sud.

Le ho viste vagando nello spazio
come aquilone impazzito di vento
intento ad asservire la fantasia
e costringerla a tramutare i sogni
in realtà da spendere monete serbate
nella vita di tutti i giorni.

Forse costruiranno ponti
per unire le due sponde
ed ormai inutili le sirene
resteranno a raccontare
che un tempo di qua passavano
vincitori e vinti
e portatori di favole e di sogni
intenti ad inseguire avventure
che maturavano a volte
al di là di queste acque
perennemente in vorticosi moti.

Da " Lanterna sul mondo" di calogero restivo
Eranova Bancheri Editrice


giovedì 1 maggio 2014

Non sono poeta

Non sono un poeta
solo un piccolo artigiano
che non sa ancora
dove comincia
e dove finisce il verso.

Scrivo le parole come risalgono
dal serbatoio della memoria
senza belletti e senza fronzoli.

Lavoro di notte
al lume di candela
come l'intarsiatore
o il maniscalco
perchè durante il giorno
la vita urge con i suoi ritmi
e non concede soste.

Aspetto anche se piove
anche se fuori urla il vento
e scalpita
contro le imposte serrate
per tracciare sulla carta
i segni-parole-pensieri-sogni
e scrivere di speranze
che le stagioni non hanno maturato
e forse mai matureranno.

Sono un animale notturno
come il gufo come la civetta.

Le albe sono un assillo
mi spingono a correre
quando vorrei stendermi
difronte al cielo tiepido di luna
e contare le stelle
e alla fine della conta
ricominciare come per le pecore
che saltano lo steccato ad una ad una
nelle notti insonni di afa sudata.

Non sono un viaggiatore solitario
che va per il mondo
in cerca di passato
per comprendere e se possibile
prevedere il futuro
nè mi piacciono
le passeggiate solitarie
per impervi viottoli di campagna
senza destinazioni certe.

Le mie radici affondano
nell'assolata campagna isolana
la mia carne è un impasto
di polvere e sudore
nelle mie vene scorre
un sentore di vento di deserto
di odore di terra riarsa dopo la pioggia
e di frumento.

Attendo la fine del temporale
quando urla il vento
contro le imposte serrate
come se assistessi ad uno spettacolo
che non mi tocca
per continuare la ricerca di parole
che dicano il vulcano di immagini
che dentro di me urgono.

Sono un piccolo artigiano
che in fondo al vicolo
nella casa dalle imposte socchiuse
tinte con vernice grigia
che si confondono con la notte
scrive i suoi versi
per scacciare la paura di domani
con le parole e non come il vecchio
malamente arricchito
che chiuso nell'abito delle domenica
lucido di fine seta sotto il sole
con passo leggero e sciolto
volteggiando il suo bastone
dalla punta ferrata
che disegna cerchi invisibili nell'aria
si avvia verso il sagrato della chiesa
ove l'aspetta la curiosità della gente
in mormorio d'invidia.

Sono il maniscalco che nella notte
illuminata solo dal fuoco
che arde nella forgia
s'industria sull'incudine
a far diventare oggetto di uso comune
il pezzo di ferro informe
abbandonato in fondo alla bottega
per lunghi giorni di indecisione.

Non sono un poeta
non c'è folla che preme
per ascoltare le ultime oracolazioni
nè discepoli a cui passare
importanti conoscenze
da tramandare alle genti future.

Sono un piccolo artigiano
che inventa il presente
spera in un futuro  migliore
e in un esaminatore finale
non giusto ma clemente.



Inedito di calogero restivo
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