sabato 20 novembre 2010

Il Castello


All'ombra di vecchie torri
che guardavano nella valle
come cani pastore
il gregge fuori dagli ovili
industriosi maestri
versavano sul mio spirito,
distratto da amori eterni
che duravano
lo spazio di un mattino,
gocce di sapere
e nozioni di greco e di latino.

Fantasticavo
come a leggere sulle pareti
di quelle stanze umide e tetre
di brucianti passioni e tradimenti
che spesse mura e sovrana paura
custodivano.

Poi il tempo
che non concede soste
ad assaporare
momenti di pace vera
e di allegria
riprese la sua corsa
che tra delusioni e inganni
porta direttamente
incontro al niente
cancellando
nello spazio di un mattino
gioventù e giochi
richiedendo anzi
il prezzo
come per un biglietto
delle tante speranze
e le illusioni
che il tempo e la vita
cancellavano
come l' orme di passi
sulla battigia
l'onda montante.

Di quei giorni volati via
come le arie e gli inni
che in cori stonati
cantavamo
appoggiati
ai merli diroccati del castello
non restano altro che i ricordi.


Da "Rahal Mauth ed altre" di Calogero Restivo





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